Nella giornata di martedì 16 febbraio 2020 presso la sede della Confagricoltura di Milano si è raggiunta l’intesa per il rinnovo del contratto per gli operai agricoli, orticoli e florovivaisti delle province di Milano e Monza.
È un accordo positivo - ha dichiarato Giuseppe Rustioni responsabile del settore agricolo della UILA - che conferma le Relazioni Sindacali forti e dinamiche presenti nel territorio di Milano e della Brianza.
Circa 2000 operai agricoli e florovivaisti a tempo indeterminato e oltre 2000 operai stagionali hanno visto riconosciuto il loro contributo di professionalità finalizzato al mantenimento e rafforzamento della filiera agroalimentare, fiore all’occhiello del made in Italy del nostro paese.
Il rinnovo è un atto di giustizia sociale ed economica verso i lavoratori dipendenti del settore che FAI-FLAI-UILA sono stati capaci di realizzare con i rappresentanti delle aziende.
In sintesi i contenuti: sul versante economico l’aumento è pari all’1,8 per cento delle retribuzioni a partire dal 1.1.2021. Inoltre, è stato perfezionato e consolidato l’istituto del premio provinciale di produttività.
Risultati soddisfacenti sono stati realizzati in materia di Welfare: rimborsi protesi dentistiche e oculistiche, tutela in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, diritto allo studio dei figli dei dipendenti.
È stato rafforzato il sistema della bilateralità in materia di mercato del lavoro, formazione e sicurezza.
Novità importanti sono state introdotte in materia di classificazione del personale e appalti.
Sono state aggiornate le indennità e maggiorazioni, in particolare è stato elevato l’importo del buono pasto giornaliero che dal 1.3.2021 sarà di 8 euro.
Alcuni giorni prima era stato rinnovato il CPL di Lodi i cui contenuti sono altrettanto positivi e in linea con quanto negoziato a Milano e Monza.
Sia a Milano che a Lodi - dichiara Rustioni - il sistema di Relazioni Sindacali ha saputo dare risposte concrete ai lavoratori del settore agricolo che con il loro lavoro hanno permesso alle aziende di non fermarsi nonostante le difficoltà derivanti dall’emergenza sanitaria.