La pandemia da Covid-19 ha messo, e continua a mettere a dura prova le famiglie italiane. Non solo per la perdita di redditi causati dalla riduzione del lavoro, drastica in alcuni settori meno in altri, ma anche perché la chiusura delle scuole ha scaricato sulle famiglie tutto il peso della gestione dei

figli. Già nella prima fase dell’emergenza il Governo aveva attivato misure e risorse per sostenere economicamente le famiglie e per consentire loro di poter conciliare lavoro (per chi aveva la fortuna di mantenerlo) e famiglia. Nella fase 2, per contrastare la corsa dei contagi, la strategia del Governo si è sviluppata attraverso 4 Dpcm: 13, 18, 24 ottobre e 3 novembre, con misure via via più restrittive, che hanno interessato anche la scuola.

Dopo aver interrotto bruscamente la didattica in quei primi giorni di marzo e aver svolto quasi quattro mesi di didattica a distanza, la tanto attesa riapertura delle scuole il 14 settembre scorso era un sollievo per genitori e studenti. Purtroppo, per la ripresa dei contagi, le famiglie hanno dovuto di nuovo fare i conti con restrizioni sempre più stringenti, sfociando con l’ultimo (ad oggi) provvedimento del 3 novembre: la suddivisione del territorio nazionale in tre fasce di rischio (gialla, arancione e rossa) e l’obbligatorietà di procedere con le lezioni online nelle scuole superiori ma nelle zone rosse obbligatorietà anche per seconde e terze media (quindi, in questi territori, le lezioni sono in presenza fino alla prima media).

Da qui la necessità di riprendere quelle misure della prima fase a sostegno delle famiglie che nuovamente si sono ritrovate a dover conciliare gli impegni lavorativi con la cura dei figli rimasti a casa.

Il BONUS BABYSITTER è rivolto ai genitori che, lavorando, sono costretti a trovare (e pagare) qualcuno che segua i loro figli rimasti a casa in seguito ai provvedimenti di sospensione della scuola. Viene normato per la prima volta a marzo, nella prima fase di gestione dell’epidemia. con il Decreto Cura Italia (DL n.18 del 17 marzo 2020) che lo prevede in alternativa alla fruizione di un congedo parentale. A maggio il Decreto Rilancio (DL n.34 del 19 maggio 2020) lo modifica introducendo, in alternativa, il bonus per l’iscrizione ai centri estivi e ai servizi integrativi per l’infanzia per il periodo dalla chiusura della scuola fino al 31 agosto 2020.Il successivo Decreto Agosto (DL n.104 del 14 agosto2020) stabilisce che il bonus può essere utilizzato anche per “pagare” i nonni che badavano ai nipoti. Dopo l’ultima stretta anti-contagi, prevista dal Dpcm del 3 novembre, con il Decreto Ristori bis (DL n.149/2020, in vigore dal 9 novembre) si prevede nelle regioni rosse, nelle quali è prevista la sospensione delle attività scolastiche nelle seconde e terze classi delle scuole secondarie di primo grado, un bonus baby sitting nel limite massimo complessivo di 1.000 euro per i genitori lavoratori iscritti alla Gestione separata o iscritti alle gestioni speciali dell’assicurazione generale obbligatoria, e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Il bonus è attribuito a entrambi i genitori, nei casi in cui: la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità agile; nel nucleo familiare non ci sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa; l’altro genitore sia disoccupato o non lavoratore.

Il bonus viene erogato anche per i genitori di figli con disabilità, in situazione di gravità accertata iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale, per i quali sia stata disposta la chiusura. Tutte queste disposizioni sono valide anche nei confronti dei genitori affidatari e il bonus non è riconosciuto per le prestazioni rese dai familiari. Inoltre, l’erogazione del bonus viene effettuata mediante il libretto di famiglia e lo stesso bonus è incompatibile con la fruizione del bonus asilo nido.

Un’altra soluzione per venire incontro alle esigenze delle famiglie alle prese con la chiusura delle scuole è l’estensione dello SMART WORKING. Già il Decreto Agosto (DL n. 104/2020) permette ai genitori di lavorare da remoto (o in alternativa di fruire di un congedo indennizzato al 50% delle retribuzione) nel caso in cui il figlio under 14 fosse posto in quarantena, a causa di un contatto con un positivo avvenuto a scuola o durante l'attività sportiva o ricreativa (novità quest'ultima apportata dalla conversione in legge). Sempre il decreto Agosto, nel passaggio al Senato, estende fino al 31 giugno del 2021 il diritto allo smart working per i genitori con figli con disabilità grave. Con il Decreto Ristori (DL n.137/2020) in vigore dal 29 ottobre, si stabilisce che un genitore lavoratore dipendente può svolgere la prestazione di lavoro in smart working per tutto o parte del periodo di quarantena del figlio convivente, minore di anni 16 (e non più i 14 anni previsti dal decreto Agosto).

Infine, i CONGEDI STRAORDINARI. Il Decreto Ristori bis prevede, per le famiglie che vivono nelle zone rosse nelle quali sia stata definita la sospensione dell’attività didattica in presenza per le scuole secondarie di primo grado, e nelle sole ipotesi in cui la prestazione lavorativa non può essere svolta in modalità agile, la facoltà per entrambi i genitori lavoratori dipendenti di astenersi alternativamente dal lavoro per l’intera durata della sospensione scolastica in presenza. Per questi periodi di congedo è riconosciuta, in luogo della retribuzione, un’indennità pari al 50% della retribuzione stessa.
Lo stesso beneficio è riconosciuto anche ai genitori di figli con disabilità in situazione di gravità accertata, iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale, per i quali sia stata disposta la chiusura. Per chi si ritrova con i figli in didattica a distanza già il Decreto Ristori ha stanziato 43 milioni per i congedi al 50%.

Questa brutta vicenda ci ha trovati impreparati rispetto alle politiche di sostegno alle famiglie e in tema di conciliazione vita /lavoro, mettendo in evidenza tutte le debolezze e fragilità del nostro Paese.

Quando tutto ciò sarà finito e il virus finalmente sconfitto, speriamo di poter trarre qualcosa di buono e ricordarci l’importanza della famiglia, la forza delle donne e il valore del lavoro affinché venga ridata a tutti la giusta dignità.